Estate 1996, un gruppo di amici terminate le scuole si recò in
Friuli-Venezia Giulia in un ameno paese della provincia di Udine chiamato
Codropio.
Gli amici trascorsero giornate piene di divertimento dedicandosi ad attività
ludiche come la pesca, il tiro con l'arco, lo scippo bendato ed il fisting
estremo, ma è anche la cultura a riempire le loro giornate con la lettura delle
poesie ruttate, il cinema muto cantato e la visita ai numerosi monumenti
locali. Proprio durante una di queste gite il gruppo incontrò la fascinosa
Marika, un troione trentottenne che per venticinquemila lire ti fa pelo e
contropelo.
I ragazzi, affascinati dal puttanone, ma ancor più dall'economicità rispetto
alle zoccole del parco Ravizza, si recarono a turno a far visita al
santuario dell'amore di cui ella è custode.
Terminate le vacanze i ragazzi rientrarono a casa dalle loro famiglie
riprendendo le consuete attività ignari di ciò che un imminente futuro gli
avrebbe riservato.
Nove mesi più tardi ognuno di loro ricevette una lettera a casa:
Caro dolce amore,
Non sai quanto ti ho amato in quei quattro minuti trascorsi insieme
comprensivi di boccaciccio, amplesso e sigaretta.
Ti scrivo questa breve lettera perchè il nostro amore, seppure
estemporaneo, ha dato i suoi frutti, all'alba di ieri è nato il piccolo Lavello,
in realtà io l'avevo chiamato Enzo, ma l'addetto dell'anagrafe è sordo muto e
non ha capito una fava.
Purtroppo sono molto malata, ho un'unghia incarnita e un principio di
ragadi anali, mi rimangono nove minuti di vita, quindi dovrai provvedere tu ad
allevare il nostro piccolo cucciolo.
Mi raccomando, almeno quattro poppate al giorno come ti ho insagnato io.
Ora ti lascio, racimolo le ultime venticinquemila da un tipo di Belluno e
poi me ne vado ad Amsterdam...cioè volevo dire che poi potrò morire felice per
aver lasciato il piccolo Lavello a te.
Il fardello ti sarà consegnato domani mattina alle 11 davanti al
santuario da me custodito da un uomo di nome Calogero, una personcina finissima
dai modi gentili, tu porta un milioncino e non fare domande.
Cerca di averne cura e mi raccomando, se vuoi durare di più tira il collo
al gallo ogni mattina.
tua per sempre come in quei quattro minuti
Marika da Codroipo
La mattina seguente ognuno dei ragazzi si recò alla Stazione Centrale
ed acquistò un biglietto di andata e ritorno per il regionale Milano-Udine in
partenza alle ore 7 dal binario cinque.
Giunti sulla banchina i ragazzi si incontraro. Grande fu lo stupore.
- tu che ci fai qui?
- devo andare a trovare mia zia
- e tu?
- io ho il funerale del mio bisnonno
- tu invece?
- io vado ad un convegno sulle lumache, una cosa fighissima
- tu invece perchè qui?
- io ho il raduno annuale degli amici di Lamberto Sposini
- tu?
- io non lo so...ma siccome siete tutti qui sono venuto anch'io
....
...
Saliti sul treno presero tutti posto all'interno dello stesso vagone ed iniziarono
ad intonare canzoni da viaggio, i più grandi successi di Adriano Celentano, di
Battisti, di Pupo e di Rosalino Cellammare in arte Ron.
Arrivati in prossimità di Codroipo tutti i ragazzi si alzarano pronti per
scendere.
Nessuno fece caso alle bizzarre coincidenze.
Una volta scesi dal treno il gruppo di amici prese un'unica direzione,
camminarono per una decina di minuti finchè tutti insieme giunsero sotto il
Santuario custodito da Marika il puttanone.
Scese il silenzio, gli sguardi si fecero improvvisamente seri, si creò
un'insolito clima di tensione accentuato dal fatto che nessuno scorreggiò più
per almeno quaranta secondi, finchè uno di loro crollò e, dopo aver emesso una
renza con triplo cambio di tonalità, disse a gran voce
"sono qui perchè
sono diventato padre, ma poichè quella santa troia della madre è venuta a
mancare, devo prendermi cura del piccolo".
A quel punto ad uno ad uno tutti gli amici ammisero di essersi recati nello
stesso luogo per il medesimo motivo.
Otto amici erano diventati padri da otto troie morte.
Fu stupore e fu grande festa.
Stapparono quattro Magnunm di Asti Cinzano e due cartoni di vino Ronco,
raudi, trick e track e fischioni, ad un certo punto il portone del Santuario si
spalancò. Un'enorme figura pelosa con in dosso una canotta blu impataccata e
dei jeans corti con le frange teneva tra le proprie braccia una piccola
creatura coperta da una tutina gialla avvolta in una copertina nera.
"Codroipo ha dato i natali a questa creatura, Lavello è il suo nome! Lasciate che calcio, alcol e i buttanazzi siano la sua passione, dopo di che fate ciò che volete, ma sganciate gli otto milioni e levatevi dalle palle che fra poco arriva un tipo di Belluno che mi deve quattrocentottantamila lire e alle quattro ho il treno per Amsterdam".
Dati gli otto milioni al losco figuro gli amici tornaro silenziosamente
verso la stazione coccolando a turno la piccola creatura.
Salirono sul treno e per tutto il viaggio nessuno ebbe il coraggio di
proferire verbo.
Una volta giunti nei pressi di Milano uno di loro prese il bambino, si alzò
ed in mezzo al vagone, tra pendolari, marocchini e zingari levò la piccola
creatura in cielo e disse a gran voce "Signori viaggiatori, questo è Lavello ed è nostro figlio! Da oggi questo non sarà più un gruppo di
amici, bensì una famiglia, saremo la famiglia di Lavello, ma non saremo solo
una famiglia, saremo una squadra, saremo i Lavelli e poichè la squadra è un
sostantivo femminile ci chiameremo La Lavelli"
Un Marocchino si alzò in piedi ed iniziò ad applaudire, poi fu la volta di
una signora impellicciata alla quale uno zingarello sfilò all'istante il
portafogli dalla borsetta, si alzarono tutti tranne Alex Zanardi che però in
segno di stima corse una gara improvvisita di handbike nel corridoio del vagone
investendo ed uccidendo il controllore, a quel punto fecero festa altre trenta
persone senza biglietto che si erano nascoste nel cesso del treno.
Potete crederci o meno, ma quella appena narrata è la vera storia di
questa squadra, nata in nome dell'amicizia e dell'amore in comune per Marika,
troia di professione, amante per passione, genitrice di un piccolo capolavoro
giallonero i cui colori indossiamo orgogliosamente a sedici anni di distanza da
questi pazzeschi avvenimenti.